Descrizione
La mostra “La Grotta della Cometa”, giunta alla 7^ edizione, quest’anno vede la presenza di una ottantina di presepi; di questi, una trentina appartengono alla collezione di Elena Turci (Reggio Emilia) e provengono da tutto il mondo (Stati Uniti, Angola, Germania, Mozambico, etc), sono presepi piccoli ma molto preziosi, tra questi si segnala un presepio della Val Gardena degli anni ’20.
A questi aggiungiamo una serie di diorami, in parte provenienti dall’Accademia Presepiale di Monteprandone (AP), scelti dal maestro Giovanni Rosati. I diorami sono dei capolavori dove la cura dei particolari e l’insieme prospettico si fondono dando vita a delle opere irripetibili e preziose.
Dagli amici di Città di Castello, arrivano dei presepi molto particolari e tra questi spicca la ricostruzione, in scala, della piazza della Basilica Inferiore di San Francesco, un presepio molto grande (fronte di 4 metri) e curato nei particolari, questo ci permette di ricordare chi, 801 anni fa, ha dato vita alla tradizione del presepio nel nostro mondo occidentale.
Dalla Puglia e più precisamente da Giovinazzo (BA), arriva la ricostruzione in scala della piazza del paese, in questa, la narrazione di una storia tra due giovani innamorati ci porta a scoprire una natività originale. Il presepio misura 6 metri per 6 metri, curato nei minimi particolari, con anche i personaggi fatti a mano dai presepisti.
La Pro Loco di Roncade ha contribuito alla mostra, oltre che con l’allestimento generale, anche con il recupero e il riadattamento di due grandi presepi molto significativi, in uno di questi, grazie alla preziosa e sapiente collaborazione con la presepista palermitana Loredana Lo Nero, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Artistico di Mazzara del Vallo, abbiamo la ricostruzione di momenti della vita monastica, la coltivazione dell’orto, delle erbe officinali, l’accoglienza dei poveri e dei profughi e anche l’assistenza ai bisognosi di aiuto, tra questi una donna che partorisce, proprio nella notte di Natale e di fronte ad un presepio, così da creare un ideale collegamento con la vita del Salvatore che si fà povero tra i poveri.
In una sacrestia, la ricostruzione del Castello di Roncade, opera di un artista avellinese, a cui fa compagnia, quest’anno, un presepio di Valter Bellio (Casale sul Sile) ricco di movimenti e particolari che ritrae i lavori tradizionali della nostra gente. Presepio semplice ma ricco di personaggi e aspetti peculiari.
Nel raccontare questi presepi, non possiamo non ricordare il presepio romano di Christian Apreda, anche questo ricco di soggetti interessanti e originali.
Non di minore importanza sono gli altri presepi tra cui uno che ricorda la vita, le opere e le caratteristiche degli alpini opera di un roncadese Claudio Bellio, un altro è costruito dentro una forma di formaggio, uno su una zucca e via di seguito.
Certamente quanto scritto non può che creare curiosità, in quanto la sola descrizione non è sufficiente a rendere fruibili queste opere, anche perché, come la nascita del Salvatore viene mediata e interpretata dai singoli artisti che mettono in gioco la loro sensibilità, il loro cuore, oltre che la loro capacità manuale. Così la visita mette in gioco un aspetto emotivo che non può essere sintetizzato a parole in quanto per ogniuno è differente la percezione di quanto si vede.
Ecco perché non è possibile una graduatoria di quale sia il più bello tra questi presepi.
La mostra richiede, per la visita, un tempo minimo di un’ora, ma consente al visitatore di fare un viaggio, tra tecniche differenti di costruzione ma anche di andare alla scoperta di cosa possa produrre la fantasia umana.
A chi è rivolto
L'evento è su prenotazione
Date e orari
08 dic
19
dic
Costo
Contributo responsabile
Luogo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 10 dicembre 2024, 12:30